East Market Milano compie sette anni: l'intervista ai fondatori del celebre mercato del vintage

Il celebre appuntamento meneghino per gli appassionati del vintage spegne sette candeline e lo fa dopo aver creato una vera community

East Market Milano compie sette anni. Il celebre appuntamento meneghino per gli appassionati del vintage spegne sette candeline e lo fa dopo aver creato una vera community di affezionati e appassionati al mondo del vintage. Uno spazio fisico che negli anni ha saputo diventare qualcosa di più, un ponte vero e proprio tra venditori e clienti in grado in poco tempo di portare il vintage ad essere considerato un’eccellenza contemporanea.

East Market Milano, un fenomeno generazionale che abbraccia tutte le età

Fondato nel 2014 da Gianluca Iovine e Linda Ovadia a Lambrate – una location ricca di contraddizioni scelta in primo luogo per ragioni logistiche e per i suoi spazi ampi a cui deve in parte il nome (il quartiere si trova a est della città, come i mercati dell’East London) -, East Market è diventato in poco tempo un appuntamento  fisso che attira un pubblico transgenerazionale e turisti stranieri di passaggio. Un punto di riferimento unico in città per pubblico ed espositori - anche ineditamente privati – che provengono da tutta Italia e dall’Europa. Abbiamo scambiato due chiacchiere con i fondatori in occasione di questo importante traguardo. Ecco cosa ci hanno raccontato.

Come riassumereste questi primi sette anni di East Market?

LO e GI: Riassumere questi primi sette anni è veramente complesso. Sono stati anni pieni, anzi pienissimi, e di continue trasformazioni. Avevamo iniziato pensando ad un progetto molto contenuto, quasi una sfida tra amici e non avremmo mai pensato che potesse esploderci tra le mani. Trasformarlo in un business è stata una sfida continua. Oggi East Market è una realtà molto complessa: una vera e propria fiera e per questo per noi è difficilissimo condensare questi anni in poche righe.

Numerose le difficoltà iniziali qual è stata la più grande?

LO e GI: Le difficoltà sono state ovviamente numerose. Quella più grande è stato farci riconoscere a tutti gli effetti come evento e come realtà. Precedentemente, infatti, non esisteva nulla di simile alla nostra… pragmaticamente anche a livello di permessi comunali. Noi non siamo un mercato su strada, comunale o su suolo pubblico ma siamo un market su suolo privato. Inoltre, parallelamente abbiamo sviluppato anche un food market. Siamo una sorta di ibrido tra un mercato, una mostra/mercato e una fiera. Il Comune di Milano ha risolto la questione creando un vero e proprio PC appositamente per noi che, ad oggi, siamo catalogati proprio come East Market Milano. Abbattere il muro della burocrazia ha messo veramente alla prova la nostra caparbietà.

Il fascino del vintage è cresciuto notevolmente negli anni. Qual è il vostro segreto?

LO e GI: Ci troviamo in un periodo storico dove il vintage è assolutamente centrale, un vero e proprio fenomeno di costume, che deve il proprio successo anche al fatto di essere un trend green e sostenibile. Dare una seconda/terza vita ad un oggetto o a un capo, allungando così il loro ciclo di vita, è oramai un dovere perché il vintage fa bene al pianeta. Il nostro claim Everything old is new again, un tuffo nel passato senza dimenticare il presente, riassume in maniera efficace la nostra filosofia. Uno dei “segreti”, che hanno decretato il successo di East Market, è stata la volontà di rendere il vintage contemporaneo, cool e alla moda. Questo nuovo angle ha attirato un pubblico assolutamente trasversale. Molti giovani e teenager, che sono i veri trend setter e decretano le mode dell’immediato futuro, si sono avvicinati a noi anche se East Market è frequentato anche da signore che collezionano, per esempio foulard, o gentlemen che collezionano pipe.

Creare una community è stato da sempre un vostro obiettivo. Quanto conta la realtà social per voi?

LO e GI: La realtà social per noi conta tantissimo. Noi siamo nati sui social che abbiamo utilizzato (in particolare la pagina FB e quella @IG) per creare buzz attraverso delle immagini ispirazionali ancora prima che nascesse l’evento. I social sono stati fondamentali per creare la nostra community e ancora adesso ci danno una visibilità sempre crescente aiutandoci a espandere i nostri confini, perché il nostro pubblico ci segue da tutta Europa e da tutto il mondo. La community digitale poi si amplia
enormemente con l’aggiunta di quella reale, la rete delle persone che partecipano all’evento: pubblico, espositori etc.

Siete riusciti a creare un ponte di connessione tra clienti e venditori. Una sfida che si rinnova giorno dopo giorno, che tendenze state riscontrando da una parte e dall’altra?

LO e GI: Assolutamente, anche perché East Market è diventata un po’ una garanzia. Il venditore sa che attraverso di noi incontrerà un pubblico attento capace di apprezzare il valore dei suoi prodotti, mentre il pubblico ci percepisce quasi come un attestato di qualità e coolness, in perfetta sintonia con le nuove tendenze. Oltre al vintage ospitiamo, infatti, artigiani, prodotti handmade, nuove proposte sia moda sia arredamento, illustratori e artisti che hanno debuttato con noi perché East Market è anche un ponte per chi desidera testare per la prima volta i propri prodotti. Dal punto di vista delle pure tendenze, il pubblico sembra aver finalmente capito il valore green di un capo vintage ma anche il plus valore legato alla ricerca, questo vale naturalmente anche per i venditori. C’è una grandissima attenzione per l’home decor e la casa, dovuta probabilmente anche al fatto che negli ultimi due anni ci siamo trovati tutti a viverla diversamente e intensamente.

Numerosi gli appuntamenti che avete creato e che attirano numerosi visitatori. Quali sono i vostri prossimi obiettivi?

LO e GI: L’appuntamento principale resta la data mensile di East Market (solitamente la penultima del domenica del mese). Nell’era pre-Covid, quando Milano era diventata finalmente un polo del turismo internazionale , il nostro pubblico arrivava da tutto il mondo perché già aveva avuto modo di conoscerci attraverso i social. A questo, si aggiunge Retrograde, che non è un free market ma una garage sale, una vendita di solo abbigliamento vintage, second hand, gestita direttamente da noi quindi senza espositori. Si tratta di un evento più piccolo, rispetto a East Market, che ha una cadenza quadrimestrale. I nostri obiettivi sono quelli di espanderci: cioè di rendere Eastmarket e Retrograde dei format esportabili in altre città, mettendo sempre al centro la ricerca. Da East Market, infatti, si possono trovare sempre un gruppo di espositori che oramai sono parte integrante del nostro market ma anche tante novità. Dietro le quinte noi continuiamo a fare ricerca per permettere a nuovi
espositori, che condividono i valori green, di entrare a fare parte della nostra galassia.

Avete anche aperto il vostro e-commerce rendendo il vintage contemporaneo. Il prossimo step?

LO e GI: Eastmarketplace.com è un progetto antecedente alla pandemia ma che abbiamo lanciato solo a dicembre dello scorso anno. Il vintage è qualcosa di veramente contemporaneo e lo è ancora di più se si ha a disposizione una piattaforma on-line che, oltretutto in un periodo di restrizioni, ci ha permesso di continuare a dialogare con un pubblico internazionale. Ci siamo scontrati con dei veri e propri colossi della vendita on-line, che ovviamente non possiamo considerare neanche dei veri e propri competitor, ma Eastmarketplace.com ha saputo ancora una volta distinguersi perché offre dei plus che tutte le altre piattaforme on-line non hanno. Anche on-line noi proponiamo una selezione di vintage che copre tutte le categorie merceologiche, non solo abbigliamento, ma anche home decor, vinili, arte, curiosità, collezionismo, oddities legate al mondo dark... Per quanto riguarda il prossimi step, vorremmo aumentare gli espositori e di conseguenza i clienti, raggiungendo tutti quelli che non possono essere in Italia in questo momento anche se l’idea di base era quella di creare un Eastmarket aperto
contemporaneamente in tutto il mondo 24 ore su 24.

Avete pensato di allargarvi in altre città in Italia?

LO e GI: Sì certo, come anticipavamo nelle risposte precedenti. E’ un progetto che abbiamo in mente da anni anche se siamo consapevoli che il successo di East Market è molto legato a Milano, una città dalla forte vocazione internazionale e integrata con il mondo della moda/design, che inevitabilmente dispone di un pubblico particolarmente attento, in grado di apprezzare e comprendere un progetto come il nostro. Aspettatevi quindi a breve qualche data in altre città italiane che sono già pronte a ospitare nuove edizioni di Retrograde e East Market. Come si dice, stay tuned!