Bielorussia, manifestazione dell'opposizione. Putin offre assistenza a Lukashenko. Tikhanovskaya: "Pronta ad agire da leader"
Decine di migliaia di persone anti Lukashenko si sono radunate a Minsk per la "marcia per la libertà". Contro il presidente bielorusso Svetlana Tikhanovskaya: "pronta ad assumermi la responsabilità e ad agire da leader nazionale affinché il Paese si calmi e riprenda un ritmo normale"
A Minsk decine di migliaia di persone si sono riunite per manifestare contro la sesta nomina consecutiva del presidente Lukashenko, al potere dal 1994. "Dimettiti" hanno urlato i manifestanti, uniti in cortei di auto sventolando la bandiera bielorussa bianca e rossa dell'era pre sovietica diventata simbolo della protesta. Secondo il Guardian, la protesta di massa che ha eclissato il raduno pro Lukashenko, è la maggiore manifestazione di contestazione nella storia del paese. Fra le file della folla riunita vicino ad un monumento della seconda guerra mondiale, c'è anche Maria Kolesnikova, una delle tre donne alla testa dell'opposizione, che ha esortato la gente a "combattere la paura".
Svetlana Tikhanovskaya: "In Bielorussia servono elezioni reali, giuste e trasparenti"
Svetlana Tikhanovskaya, secondo quando riportato dall'agenzia russa Tass, si dice pronta ad "agire da leader nazionale" per riportare calma e normalità in Bielorussia. Nel Paese "servono elezioni reali, giuste e trasparenti che siano accettate senza condizioni dalla comunità internazionale" ha detto la Tikhanovskaya insistendo per la liberazione dei "prigionieri politici" e spiegando che è in corso una valutazione giuridica al fine di offrire basi solide alla convocazione di nuove elezioni. Dopo aver sfidato il presidente Alexander Lukashenko alle elezioni presidenziali del Paese, la Tikhanovskaya, in seguito al risultato dei voti, si è rifugiata in Lituania.
Il presidente Lukashenko ha immediatamente messo in chiaro che in Bielorussia non ci saranno nuove elezioni: "Non aspettatevi mai che io faccia qualcosa sotto pressione. Nessuno deve mai pensare di potermi costringere a fare qualcosa. Non ci saranno nuove elezioni. Perché altrimenti non ci saranno più le grandi fabbriche del Paese. Tutto sarà distrutto". Il presidente ha poi citato, parlando di fronte agli operai della fabbrica di camion Mzkt, insieme alla Maz, che produce automobili, e alla BelAz, un'altra fabbrica di camion.
Mosca: "Pronta a fornire assistenza di sicurezza alla Bielorussia"
Dopo che il presidente russo Vladimir Putin e Alexander Lukashenko si sono sentiti al telefono per la seconda volta nel weekend, Mosca sarebbe pronta a fornire "ogni assistenza necessaria" per risolvere i problemi in Bielorussia. Secondo quanto si legge in un comunicato del Cremlino, la Russia fornirà "assistenza di sicurezza" alla Bielorussia per arginare le difficoltà emerse in seguito alla contestate elezioni di domenica scorsa e alle "pressioni esterne" sul Paese. Mosca agirà nel rispetto dei principi del trattato dell'Unione statale fra i due paesi e del trattato dell'organizzazione di sicurezza collettiva.
Il presidente Lukashenko, in risposta, ha esortato i bielorussi a serrare le fila per "difendere" il Paese, di fronte al "fragore" della Nato, che si trova "alle porte": "Cari amici, non vi ho convocato per difendermi. E' anche per questo. Ma, per la prima volta in un quarto di secolo, siete venuti per difendere la vostra nazione, le vostre famiglie, le vostre sorelle e spose". Parlando a Minsk alla manifestazione organizzata in suo favore dall'organizzazione ufficiale Bielaya Rus, Lukashenko ha accusato l'Alleanza atlantica di aver "aumentato le capacità belliche alle nostre frontiere occidentali: "Truppe della Nato sono "alle nostre porte", vi sono "tank e aerei dispiegati a 15 minuti dalla frontiera". Il presidente bielorusso ha poi denunciato tentativi di trasformare il suo paese in un bastione contro la Russia: "Non saremo il letamaio d'Europa, una barriera sanitaria". La fine del suo governo, ha dichiarato, sarebbe "il principio della fine".