Morte Floyd, arrestati tutti i poliziotti coinvolti. Pentagono contro Trump
Continuano le proteste per la morte dell’afroamericano George Floyd, ucciso da un agente della polizia che lo ha soffocato tenendogli il ginocchio premuto sul collo. Gli scontri non si placano e gli arresti aumentano di giorno in giorno. Ieri notte a New York sono state arrestate altre 90 persone, ma viene precisato che le manifestazioni sono state relativamente calme e senza saccheggi.
Morte Floyd, arrestati tutti gli agenti coinvolti: per tutti cauzione da un milione di dollari
Sono stati arrestati tutti gli agenti coinvolti nell'omicidio di Floyd, come riferisce la Cnn. Thomas Lane e Tou Thao sono stati portati nel penitenziario della contea di Hennepin intorno alle ore 17 locali. J. Alexander Kueng si era già consegnato nel pomeriggio. Dereck Chauvin, l'agente che teneva il ginocchio sul collo di Floyd, è in prigione dalla scorsa settimana con l'accusa di omicidio colposo che è destinata ad essere modificata in omicidio volontario. Per tutti è stata fissata una cauzione da un milione di dollari. Dall'autopsia è emerso inoltre che George Floyd aveva il coronavirus, ma era asintomatico.
Proteste Usa, Pentagono contro Trump: critiche anche dall’ex segretario alla Difesa
Qualche giorno fa Trump aveva minacciato l’utilizzo dell’esercito per spegnere le proteste. Durante l’ultima intervista su Newsmax ha dichiarato: "Dipende. Forse non servirà. Anche se abbiamo il forte potere di farlo”. “La Guardia nazionale è una consuetudine e abbiamo una Guardia nazionale molto forte", ha sottolineato Trump dopo aver minacciato di ricorrere all'Insurrection Act per usare le forze armate contro i manifestanti.
Quest’impostazione ha però scatenato la reazione del capo del Pentagono Mark Esper. Quest’ultimo ha ricordato che la legge del 1807, che consente al presidente di usare l'esercito negli Usa, dovrebbe essere usata "solo nelle situazioni più urgenti e drammatiche e non siamo in una di quelle situazioni ora".
La scelta di Trump è stata criticata anche dall’ex segretario alla Difesa James Mattis. "Donald Trump è il primo presidente nella mia vita che non tenta di unire il popolo americano – ha dichiarato in una nota a The Atlantic - neppure finge di tentare. Invece tenta di dividerci". "Siamo testimoni delle conseguenze di tre anni di questo sforzo deliberato - ha aggiunto - di tre anni senza una leadership matura. Possiamo unirci senza di lui, attingendo alla forza interna alla nostra società civile. Quando entrai nell'esercito, circa 50 anni fa, feci un giuramento per sostenere e difendere la Costituzione. Non avrei mai sognato che ai soldati che fanno lo stesso giuramento sarebbe stato ordinato in qualsiasi circostanza di violare i diritti costituzionali dei loro cittadini, ancor meno per una bizzarra foto del commander in chief con a fianco la leadership militare".
Trump replica a Mattis: ‘Onore di averlo licenziato’
La replica di Trump non si è fatta attendere. Il Presidente Usa ha scritto su Twitter: "Probabilmente l'unica cosa che io e Barack Obama abbiamo in comune è che entrambi abbiamo avuto l'onore di licenziare Jim Mattis, il generale più sovrastimato del mondo. Chiesi la sua lettera di dimissioni e mi sentii benissimo. Il suo soprannome era 'caos', cosa che non mi piaceva, e l'ho cambiato in cane pazzo".