ArcelorMittal-Invitalia, firmato accordo: torna l'acciaio di Stato
Ecco cosa prevede l'intesa e il "piano di decarbonizzazione"
É stato firmato ieri, in tarda serata, l'accordo tra ArcelorMittal e Invitalia, l'agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa. Torna l'acciaio di Stato, grazie a tale intesa che prevede un deciso investimento pubblico. Lo scopo non è solo garantire la piena occupazione dell'impianto, ma anche ridurre l'inquinamento per la produzione di acciaio.
Entra così la mano pubblica nella società Am Investco, con un doppio aumento di capitale: 400 milioni di euro saranno infatti destinati a Invitalia - controllata dal ministero dell'Economia - che otterrà in questo modo il 50% dei diritti di voto della società.
ArcelorMittal in una nota precisa che le condizioni della firma comprendono "la modifica del piano ambientale esistente per tenere conto delle modifiche del nuovo piano industriale; la revoca di tutti i sequestri penali riguardanti lo stabilimento di Taranto; e l'assenza di misure restrittive, nell'ambito dei procedimento penali in cui Ilva è imputata, nei confronti di AM InvestCo".
ArcelorMittal-Invitalia: firmato accordo
L'accordo firmato tra ArcelorMittal e Invitalia prevede inoltre un secondo aumento di capitale, previsto per maggio 2022. Sarà sottoscritto fino a 680 milioni da parte di Invitalia e fino a 70 milioni di parte di Arcelor Mittal.
Intanto i ministri Gualtieri e Patuanelli hanno espresso soddisfazione per tale intesa, che alla fine prevederà anche il completo assorbimento di 10.700 lavoratori.
ArcelorMittal e Invitalia: piano di decarbonizzazione
Partirà da subito il piano di decarbonizzazione previsto dall'accordo, iniziando dalla produzione di acciaio con processi meno inquinanti. Prevista anche l'ideazione di una nuova linea di produzione esterna al perimetro aziendale (DRI), insieme a un forno elettrico interno allo stabilimento, che, a regime, dovrebbe realizzare 2,6 milioni di tonnellate annue di prodotto.
"La riduzione dell'inquinamento realizzabile con questa tecnologia è infatti del 93% a regime per l'ossido di zolfo, del 90% per la diossina, del 78% per le polveri sottili e per la CO2" sostengono Mef e Mise.
Infine il governo fa sapere che darà vita a un tavolo con gli enti locali per accompagnare e monitorare la transizione.