ArcelorMittal, ancora tensioni e proteste: oggi i sindacati decidono. Cisl: 'Situazione esplosa'
Continuano le proteste dei lavoratori di ArcelorMittal, ex Ilva di Taranto, contro la cassaintegrazione. La tensione nella fabbrica è al limite.L'intervento e le decisioni dei sindacati
ArcelorMittal Italia, azienda siderurgica e mineraria leader nella produzione e trasformazione dell'acciaio, nonché ex Ilva a Taranto, riprende le conflittualità. Ad annunciare nuove protese sono i sindacati che difendono gli interessi degli operai in una situazione giunta al limite, annunciando che ormai nella fabbrica "la tensione tra gli operai è elevata". Una ripresa del conflitto, che era già stata preannunciata lo scorso venerdì 18 settembre. Un documento era stato inviato a tarda notte a Palazzo Chigi, al Mise, ma anche alla Procura di Taranto, Arpa Puglia e Spesal Asl Taranto. “Il tempo è abbondantemente scaduto, ArcelorMittal non è e non sarà mai un interlocutore affidabile. Il Governo intervenga immediatamente o sarà caos totale” dichiarano le aziende metalmeccaniche coinvolte, firmando la lettera ufficiale.
ArcelorMittal Italia: stamattina la riunione dei sindacati
Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm e Usb sono le sigle sindacali che si sono riunite, con i rispettivi coordinatori di fabbrica, questa mattina alle 9 per un'importante riunione. Ordine del giorno la discussione sulle iniziative proposte dai sindacati per migliorare la situazione in fabbrica, dove la tensione tra gli operai sembra aver superato il limite. Invitano il Governo ad agire prima che sia troppo tardi.
Proteste dei sindacati, caos nella fabbrica ArcelorMittal
Sono due i settori che si sono già fermati per protestare, fino a data da destinarsi: si tratta di quelli del Laminatoio a Freddo, Zincatura 1 e Decapaggio. Ma non sono gli unici. Il Treno nastri 2 riduce la marcia da 21 turni settimanali di lavoro a 15. Diminuisce il lavoro anche a a Finitura nastri, che scende da 15 a 10 turni di lavoro alla settimana. Ma mentre l’azienda parla di “calo di ordini”, i sindacati replicano che questa situazione “causerà riduzioni di personale a cascata su tutti gli impianti di esercizio e manutenzione”. La situazione in fabbrica è già problematica: 4mila le persone in cassa integrazione Covid per altre 9 settimane e numerosi gli impianti fermi. Tra essi l’acciaieria 1 e l’altoforno 2 da metà marzo. Sul comunicato ufficiale dei sindacati si legge:
"Fim, Fiom, Uilm e Usb , a seguito dell’ennesima comunicazione da parte di ArcelorMittal di un’ulteriore riduzione del personale di manutenzione e di esercizio di tutto lo stabilimento e della fermata e/o ridimensionamento degli impianti dell’area laminazione dello stabilimento siderurgico, ritengono che tale condizione determini, di fatto, un elevato rischio di incidente con serie ripercussioni per i lavoratori".
Cisl: "Avevamo già lanciato l'allarme". Protesta dei lavoratori in cassa integrazione ArcelorMittal
“Nessuno può dire che non lo avevamo detto o che non avevamo lanciato l’allarme". A pronunciare tali dichiarazione è il segretario di Fim Cisl, Biagio Prisciano, che prosegue:
"Adesso siamo qui in strada, con i lavoratori, tutti cassintegrati ArcelorMittal, stiamo bloccando la statale Appia all’altezza della direzione dello stabilimento e il traffico è interrotto. Queste cose accadono quando si tiene una situazione stagnante e immobile per tanto, troppo tempo. Alla fine l’esasperazione dei lavoratori, che non vedono futuro, che sono in cassa integrazione da mesi con un salario falcidiato, ovviamente esplode ed è quello che sta accadendo oggi a Taranto” .
Il sindacalista Fim Cisl prosegue, accusando il Governo di non essere presente e non proporre reali soluzioni ai problemi, quando invece è questo ciò di cui i lavoratori ArcelorMittal avrebbero bisogno in un momento così delicato. Prisciano dichiara:
"Noi ci siamo trovati difronte a due atteggiamenti. Il Governo assente, capace solo sugli slogans ma non sulle soluzioni, tant’è che noi stiamo aspettando la convocazione del ministro Patuanelli dallo scorso 9 giugno, quando ci siamo confrontati l’ultima volta a valle del nuovo piano industriale di ArcelorMittal che prevedeva oltre 3mila esuberi. L’altro atteggiamento è rappresentato dall’azienda che aumenta il numero degli impianti fermi - da oggi ne abbiamo altri - aumenta il numero dei cassintegrati, non interviene sulla sicurezza, lascia andare alla deriva la fabbrica. Tutto questo per noi costituisce chiaramente una provocazione verso i lavoratori”.
Prisciano conferma infine ad AGI le decisioni prese dai sindacati durante la riunione di questa mattina: blocco delle merci della fabbrica da domani e il presidio di protesta giovedì a Roma, con l’autoconvocazione, che dovrebbe tenersi nelle vicinanze della presidenza del Consiglio. A breve sarà pubblicato il documento dai sindacati Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm e Usb.
ArcelorMittal: rimosso il blocco stradale davanti alla direzione della fabbrica
Lavoratori e sindacalisti hanno rimosso il blocco della strada statale Appia, davanti alla direzione del siderurgico ArcelorMittal. Il presidio, durato circa un’ora, ha visto la partecipazione di una sessantina di lavoratori in cassa integrazione. I cassintegrati ArcelorMittal hanno raggiunto lo stabilimento in cui si teneva la riunione dei rappresentanti dei sindacati. L'obiettivo era programmare le nuove iniziative di protesta che avranno inizio già da domani. Al blocco stradale davanti alla direzione della fabbrica si sono poi uniti anche i sindacalisti in riunione.