Dl Rilancio: al via aiuti per pmi, sostegno al capitale

Prendono il via gli strumenti di sostegno alla patrimonializzazione delle pmi messi in campo con il decreto Rilancio.

"Con l'intervento 'Pari passu', attraverso incentivi fiscali, lo Stato si affianca all'imprenditore e resta accanto dell'impresa per supportare parte delle perdite". Lo ha spiegato il direttore generale del Tesoro, Alessandro Rivera, durante la conferenza di presentazione. "Agli incentivi fiscali - ha aggiunto Rivera - si affianca la possibilità di accedere a un prestito a condizioni molto vantaggiose, con tasso sotto il 2% ,un prestito subordinato che sopporta le perdite in caso di difficoltà dell'impresa".
 
Le misure, spiega il Mef, sono destinate a quelle Pmi che hanno subito una riduzione complessiva dei ricavi nei mesi di marzo e aprile 2020 pari ad almeno il 33% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, e che abbiano deliberato ed eseguito, dopo l’entrata in vigore del decreto Rilancio, ed entro il 31 dicembre 2020, un aumento di capitale a pagamento e integralmente versato.

Gli strumenti messi in campo sono i crediti di imposta, volti al rafforzamento patrimoniale delle imprese, e il 'Fondo Patrimonio Pmi', finalizzato a sostenere e rilanciare il sistema economico e produttivo italiano mediante il co-investimento da parte dello Stato.

E' previsto un credito d’imposta pari al 20%, come riporta l'Agi, a favore di persone fisiche e giuridiche che effettuano conferimenti in denaro, per un ammontare non oltre 2 milioni di euro, in una o più società di capitali con sede legale in Italia, incluse stabili organizzazioni in Italia di imprese con sede in Stati membri dell'Unione europea (Ue) o in Paesi appartenenti allo Spazio economico europeo (See), che hanno subito, a causa dell’emergenza Covid-19, nei mesi di marzo e aprile 2020, una riduzione complessiva dei ricavi, rispetto allo stesso periodo 2019, non inferiore al 33%.
   

Il credito è concesso a condizione che l’aumento di capitale sia sottoscritto e versato entro il 31 dicembre 2020 e gli investitori si impegnino a detenere la partecipazione nella società fino al 31 dicembre 2023. Inoltre il decreto Rilancio prevede che la società conferitaria può beneficiare, a seguito dell’approvazione del bilancio per l'esercizio 2020, di un credito d'imposta pari al 50% delle perdite eccedenti il 10% del patrimonio netto, calcolato al lordo delle perdite stesse, fino a concorrenza del 30% dell’aumento di capitale e comunque nei limiti previsti dal Quadro Temporaneo sugli aiuti di Stato (800.000 euro, ovvero 120.000 euro per le imprese operanti nel settore della pesca e dell’acquacoltura o 100.000 euro per le imprese operanti nel settore della produzione primaria di prodotti agricoli). Il riconoscimento di questo credito di imposta è subordinato al soddisfacimento, da parte della società conferitaria, di alcune specifiche condizioni di “virtuosità” (per esempio, regolarità fiscale e contributiva). La distribuzione di riserve prima del 1 gennaio 2024 da parte della società comporta la decadenza dal beneficio e l’obbligo di restituire l’importo, comprensivo degli interessi.
Per i crediti di imposta previsti dall’articolo 26 del decreto Rilancio è autorizzata la spesa nel limite complessivo massimo di 2 miliardi di euro per il 2021.