Coronavirus, Coldiretti: crack olio da 2 mld, piano salva ulivi

L’emergenza coronavirus ha causato un crack da 2 miliardi di euro all’olio d’oliva Made in Italy. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti diffusa in occasione dell’assemblea di Unaprol, la principale organizzazione di aziende olivicole. La causa dell'enorme crollo consisterebbe nella chiusura forzata di bar, ristoranti e agriturismi, negli ostacoli alle esportazioni e nell’azzeramento delle presenze turistiche. L'olio extravergine è tra i prodotti della filiera corta più acquistati dai vacanzieri.

Si tratta di un danno economico e d’immagine molto grave per l’Uliveto Italia, come denuncia Coldiretti. Il rischio è ora quello che si rovinino i buoni risultati ottenuti a livello produttivo grazie a una quantità di 365 milioni di litri, più che raddoppiata rispetto alla disastrosa annata precedente. A trainare la produzione Made in Italy sono state soprattutto le regioni del Sud, dove il raccolto è in qualche caso addirittura triplicato.

Coldiretti: piano salva ulivi

Per rilanciare il settore Coldiretti ha elaborato un piano salva ulivi con un pacchetto di misure straordinarie a sostegno delle imprese agricole e frantoi che operano in filiera corta, quelle oggi maggiormente a rischio. E' previsto lo sblocco immediato delle risorse già stanziate per l’ammodernamento della filiera olivicola, anche attraverso la semplificazione delle procedure.

"Ma serve anche sostenere con massicci investimenti pubblici e privati la ripresa delle esportazioni con un piano straordinario di comunicazione sull'olio che rappresenta da sempre all’estero un prodotto simbolo della dieta mediterranea” ha dichiarato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, sottolineando che “si tratta di un’esigenza tanto più pressante se si considera che sulle esportazioni di olio italiano rischiano anche di abbattersi i dazi annunciati dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump nell’ambito della disputa con l’Ue sul settore aeronautico”.

Secondo Coldiretti servono poi meccanismi di flessibilità per la certificazione delle produzioni di qualità a partire da Dop (Denominazione di origine protetta), Igp (Indicazione di origine protetta), biologiche e Sqnpi (Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata), anche attraverso finanzianti specifici. Andrebbero inoltre assicurati sostegni a fondo perduto per le imprese produttrici di olio 100% tricolore per compensare la riduzione delle vendite e un aiuto integrativo per gli olii certificati Dop e Igp in giacenza, sfusi o confezionati non venduti alla data del Dpcm dell'11 marzo.