Bce, Pmi italiane le più penalizzate in Europa: 'Contrazione più brusca'

"L’indebolimento della posizione finanziaria e il peggioramento del contesto macroeconomico hanno suscitato timori tra le PMI sulla capacità di accesso ai finanziamenti". Così la banca Centrale Europea che riferisce che le Pmi italiane sono quelle più colpiti dalla crisi generata dal coronavirus. La contrazione del fatturato "è stata più brusca" in Italia rispetto ad altri paesi dell'Eurozona.

In termini di percentuali nette, la variazione del fatturato riportata dalle imprese è stata pari al -2 per cento per l’insieme dell’area dell’euro. Il deterioramento è stato diffuso, nonostante alcune differenze tra paesi. "La flessione più brusca si è registrata in Italia - si legge nel bollettino - seguita da Slovacchia, Grecia e Spagna, mentre in Germania e Francia una percentuale netta molto più esigua di PMI ha indicato un aumento del fatturato".

"Per la prima volta da settembre 2014 - riferisce la Bce - il deterioramento del fatturato e degli utili delle PMI nell’area dell’euro è stato considerato un ostacolo all’ottenimento di finanziamenti esterni (-18 per cento, rispetto al precedente 5 per cento), in particolare tra le PMI spagnole, italiane e portoghesi". Le PMI hanno altresì segnalato che l’andamento delle prospettive economiche generali ha avuto effetti negativi sull’accesso ai finanziamenti, con una percentuale netta che non si registrava da marzo 2013 (-30 per cento, rispetto al precedente -13 per cento). "Il deterioramento - viene precisato - è stato diffuso tra paesi, in particolare in Germania, Italia e Finlandia, e tra settori, con percentuali nette pari al -31 per cento nell’industria, al -21 nelle costruzioni, al -31 nei servizi e al -30 nel commercio". Rispetto alle imprese più grandi, inoltre, le PMI, e in particolare le microimprese, sono sembrate maggiormente preoccupate delle ripercussioni negative che le proprie prospettive di vendite e di utili avrebbero sull’accesso al credito.

Nel Bollettino, si segnala che anche la redditività delle PMI si è indebolita nei vari paesi e settori economici. In un contesto di contrazione del fatturato, gli elevati costi del lavoro (segnalati dal 46 per cento delle imprese in termini netti) e degli altri fattori di produzione (45 per cento) hanno infatti gravato sugli utili delle PMI in tutta l’area dell’euro (-15 per cento, rispetto al precedente -1 per cento), nonostante le condizioni di finanziamento accomodanti. In questo contesto, però, ancora una volta le pmi italiane, oltre che quelle greche, spagnole e slovacche "hanno registrato una riduzione degli utili particolarmente forte. A livello settoriale, l’industria sembra essere stata la più colpita dal deterioramento degli utili (-20 per cento, rispetto al precedente -7 per cento), soprattutto in Italia". Anche nel settore del commercio il 19 per cento netto delle PMI dell’area dell’euro ha registrato un calo degli utili; "tale quota raggiunge il 37 per cento in Italia e il 30 in Spagna".