Covid, Campania e Toscana zona rossa da oggi

Scatta da oggi la nuova suddivisione dell'Italia in aree di rischio. Salgono a 7 le Regioni in zona rossa, 9 quelle in zona gialla.

La mappa dell'Italia cambia di nuovo volto e colore. Campania e Toscana da oggi sono in zona rossa, altre tre regioni in zona arancione. Aumentano così le restrizioni nelle aree del Paese oggetto dell'ordinanza firmata venerdì dal ministro della Salute, Roberto Speranza. Le Regioni in zona rossa salgono così a 7, mentre diventano 9 quelle in zona arancione.

Covid, zona rossa e arancione: la nuova suddivisione dell'Italia

La Campania fa un doppio salto: passa infatti dalla zona gialla a quella rossa. Finisce nell'area a rischio anche la Toscana, come prevede l'ordinanza in vigore da oggi fino al 15 novembre. Diventano invece arancioni Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia e Marche.

Altre regioni invece continueranno a cercare di contenere la diffusione dei contagi con regole meno rigide, come ad esempio il Veneto. Il rischio è però "dietro l'angolo", come afferma il governatore Luca Zaia, che non ritiene impossibile il passaggio alla zona arancione. Ieri il governatore ha invitato i cittadini ad evitare assembramenti in centro nel weekend e a "portare la mascherina in maniera ossessiva".

"C'è un effetto delle misure adottate con i vari Dpcm, c'è un'iniziale ma chiara decelerazione della curva della trasmissibilità dell'infezione", ha detto Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, nella conferenza di ieri sui dati del monitoraggio settimanale sull'evoluzione epidemiologica del Covid-19.

"L'obiettivo è portare l'Rt sotto 1 nel più breve tempo possibile. L'epidemia in Italia - ha poi spiegato Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di sanità - mostra un primo segnale precoce di impatto delle misure di mitigazione messe in atto dal 14 ottobre. Bisogna monitorizzare l'andamento e mantenere una grande consapevolezza del rischio attuale, alto in quasi tutte le regioni italiane".

A sottolineare che "c'è una tendenza alla diminuzione della trasmissione dell'infezione nel Paese" è anche Gianni Rezza, direttore del Dipartimento della Prevenzione del ministero della Salute. "Alcune regioni hanno varato autonomamente misure - ha spiegato l'esperto - l'effetto si riflette sulla tendenza della riduzione della trasmissione. Il sovraccarico ospedaliero rimane e questo è uno dei maggiori problemi da affrontare. Se l'Rt scende anche ad 1,2, il numero dei casi tende ancora ad aumentare. Per avere un forte impatto, l'Rt va portato molto al di sotto di 1".