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Per un anno versa ansiolitici nel cappuccino della collega per prenderle il posto: condannata

13 Ottobre 2020

Per un anno versa ansiolitici nel cappuccino della collega per prenderle il posto: condannata

Cappuccino (fonte: Pixabay)

Benzodiazepine nel cappuccino della collega per prenderle il posto di lavoro: condannata

L'agenzia di assicurazioni annuncia un taglio del personale e una dipendente per tenersi il posto versa ansiolitici nel cappuccino della collega per un anno. La donna è stata condannata dal Tribunale di Asti a quattro anni di carcere per lesioni personali aggravate con rito abbreviato.

Tutto ha avuto inizio nell'autunno del 2017, la donna condannata era incaricata di andare a prendere il caffè al bar di fronte all'agenzia per tutti. Così, ogni mattina per un anno, versava benzodiazepine nel cappuccino della collega che quasi subito ha iniziato ad avvertire sonnolenza, riflessi rallentati e una serie di malesseri che, secondo i periti incaricati, possono essere attribuibili soltanto a quelle sostanze. L’avvelenamento da ansiolitici è proseguito, a fasi alterne, fino a giugno 2018 quando i carabinieri hanno smascherato il piano della donna.

La vittima ha passato lunghi periodi a casa, sottoponendosi a diverse visite mediche prima di comprendere quale fosse il problema. Nessuno specialista era riuscito a trovare l'origine dei suoi malesseri. La donna si accorgeva di stare meglio quando era a casa e peggio dopo le mattinate trascorse in ufficio e così aveva cominciato a sospettare del cappuccino nella pausa caffè tanto che per un periodo aveva deciso di sospendere il “rito” del mattino con grande disappunto della collega. I carabinieri hanno seguito la sospettata e l'hanno beccata proprio nel momento in cui versava qualcosa nella tazzina. Tuttavia, la prova incriminante è stato l'esame effettuato su un campione di cappuccino che la vittima aveva fatto analizzare quando aveva iniziato a sospettare. La bevanda esaminata conteneva quantità elevatissime di benzodiazepine.

Nelle motivazioni della sentenza depositate a settembre il giudice Morando spiega che avrebbe potuto prefigurarsi anche il reato di tentato omicidio dal momento che una sera la vittima aveva avuto un brutto incidente in auto e il sospetto è che gli ansiolitici possano aver influenzato la sua lucidità alla guida.

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