CASO CONSIP: rischio processo per Tiziano Renzi e Denis Verdini. Le accuse: traffico di influenze illecite e turbativa d'asta
Si sono chiuse oggi le indagini condotte dalla Procura di Roma sul caso Consip. Rischiano il rinvio a giudizio, tra gli altri, Tiziano Renzi, padre dell’ex Premier, Denis Verdini, Ignazio Abrignani e Italo Bocchino, tutti ex parlamentari della Repubblica Italiana.
Le accuse per Renzi consistono in traffico di influenze illecite e turbativa d’asta. I reati, che sono contestati fino al 2016, riguardano principalmente due gare d’appalto bandite dalla Consip: la Fm4 (con un valore di 2,7 miliardi) e quella per i servizi di pulizia, con un valore di alcune decine di milioni di euro.
Secondo la Procura, vi erano due gruppi di pressione. Il primo, che faceva capo a Tiziano Renzi e Carlo Russo, vicini all’imprenditore Alfredo Romeo, mentre il secondo era guidato da Verdini, con lo scopo di favorire Ezio Biagiotti, altro imprenditore.
Gli indagati rischiano ora di essere rinviati a giudizio e dovere dunque affrontare il processo. Il giudice per l’indagine preliminare, Gaspare Sturzo, aveva rifiutato la richiesta di archiviazione domandata dalla Procura. Le nuove indagini hanno accesso i riflettori anche sul ruolo di Verdini e Biagiotti a causa delle pressioni ricevute dall’ex ad di Consip, Luigi Marroni, per favorire gli imprenditori vicini ai due gruppi di pressione.
Secondo le ricostruzioni Carlo Russo, amico di Renzi senior, agiva sfruttando le relazioni con Marroni, ottenute sempre tramite il padre dell’ex Presidente del Consiglio, istigando Marroni al compimento di atti illeciti. A questo schema fraudolento partecipava, secondo le accuse, anche Tiziano Renzi. I due sarebbero intervenuti sulla commissione aggiudicatrice della gara Fm4, facilitando la Romeo Gestioni, di proprietà di Alfredo Romeo, tramite l’innalzamento del punteggio tecnico durante la valutazione dei progetti. In cambio avrebbero dovuto ricevere ospitalità e denaro negli hotel del gruppo Romeo.
Secondo l’accusa, Verdini, Abrignani, Bigiotti e Romeo avrebbero turbato la gara Consip Fm4 per conto della Cofely, offrendo un accordo ad Alfredo Romeo, il quale era concorrente nella medesima gara d’appalto. L’accordo consisteva nel rilevare la Conversion & Lighting srl, controllata da Bigotti, che avrebbe permesso a Romeo di ottenere un 30% dei lavori assegnati a Cofely nell’ambito del medesimo lotto. Verdini avrebbe dunque costretto Marroni a incontrare Bigiotti e ascoltarlo in quanto interessato alla gara Fm4. Avrebbe inoltre sollecitato una minore resistenza di Consip nei contenziosi pendenti con le società riferibili a Bigiotti.