Coronavirus, slitta approvazione DPCM: introdotto obbligo di mascherina all'aperto, no a chiusura anticipata di bar e ristoranti. TESTO BOZZA DL
A quanto si apprende da fonti governative, il Consiglio dei Ministri previsto per stasera verrà fatto slittare a domani. Rimandata dunque l’approvazione del DPCM che porterà all’estensione dello stato di emergenza fino al 31 gennaio 2021. All’interno del decreto ci sarà anche l’obbligo di portare la mascherina all’aperto su tutto il territorio nazionale, in quella che vuole essere una misura di contenimento della seconda ondata del virus Covid-19 che si teme possa colpire l’Italia.
Lo spostamento del Consiglio dei Ministri è stato causato dalla mancanza del numero legale di Deputati della maggioranza oggi alla Camera. A causa del regime di quarantena a cui si sono dovuti sottoporre 41 Deputati, non è stato infatti possibile approvare la risoluzione presentata dal Ministro della Salute Roberto Speranza. L’approvazione avverrà comunque subito dopo l’incontro programmato per domani.
La bozza del DPCM cita, all’articolo 1 "l'obbligo di avere sempre con sé, al di fuori della propria abitazione, dispositivi di protezione individuale, con possibilità di prevederne l'obbligatorietà dell'utilizzo anche all'aperto allorché si sia in prossimità di altre persone non conviventi, e comunque con salvezza dei protocolli anti-contagio previsti per specifiche attività economiche e produttive, nonché delle linee guida per il consumo di cibi e bevande". La volontà governativa è dunque quella di provvedere a rendere obbligatorio l’uso della mascherina all’aperto, in modo da rispondere agli impegni richiesti, con una risoluzione parlamentare, dalla maggioranza alla Camera dei Deputati. Dall'obbligo sono esclusi i bambini sotto i sei anni, chi fa attività motoria e i soggetti con patologie e disabilità non compatibili con l'uso della mascherina.
Viene dunque posticipata anche la fine dello stato di emergenza nonostante le proteste delle opposizioni. Queste hanno infatti richiesto un intervento in aula del Premier Giuseppe Conte, in modo da condurre “un ampio e approfondito dibattito parlamentare sull’effettiva necessità della stessa e sulle ragioni dell'eventuale provvedimento di proroga dello stato di emergenza”.
Il governo si impegna anche a verificare le necessità di implementare nuove misure di prevenzione, cambiando anche la discrezionalità con cui le varie Regioni possono intervenire nell’applicazione dei decreti governativi. Se prima era consentito infatti di imporre regimi restrittivi volti al contenimento del virus più o meno severi, a seconda della situazione, da domani sarà possibile imporre misure esclusivamente più restrittive di quelle proposte dal governo.
Non è presente nel decreto la misura più temuta dai ristoratori, ovvero la chiusura anticipata di locali e ristoranti alle 22.00. Osteggiata dalle opposizioni e dalle associazioni di categoria, la misura non compare nel DPCM. Presente però una clausola che può portare alla chiusura selettiva di settori specifici nel caso in cui si presentasse uno scenario “avverso” nell’evoluzione dell’epidemia.