Caso camici e Fontana, chat tra Dini e la regione. Pm: 'Non fu donazione'

Tra la Regione Lombardia e l’imprenditore Andrea Dini, congnato di Attilio Fontana e ad della Dama, ci fu un "preordinato inadempimento" contrattuale "per effetto di un accordo retrostante". Ne sono convinti i pm, come riferisce il Corriere della Sera.

Il 16 aprile Dini era stato affidatario diretto con la propria «Dama spa» di una commessa da 513.000 euro per la fornitura di 75.000 camici e 7.000 set sanitari alla centrale acquisti regionale «Aria spa» diretta da Filippo Bongiovanni.

I pm sono convinti che la "fornitura", tramutata improvvisamente il 20 maggio in "donazione" — limitata però ai 49.000 camici e 7.000 set sanitari sino allora già forniti, e senza più ulteriore consegna alla Regione dei restanti 25.000 camici pur pattuiti all’inizio dal contratto — sia stata non una sua scelta generosa (per quanto magari affannata dopo la richiesta di Fontana il 17 maggio di soprassedere ai pagamenti per non alimentare polemiche su conflitto di interessi), ma un trucco pianificato sulla scorta di «una rassicurazione ottenuta per il tramite di un accordo stabilito altrove», come riferisce ancora il Corriere della Sera. Sinora, infatti, si credeva che l’ipotesi di reato di «frode in pubbliche forniture» (contestata ai tre) valorizzasse il fatto che, dopo la donazione, Dini avesse cercato di rivendere i 25.000 camici per rientrare in parte del mancato profitto al quale aveva rinunciato con la mail delle ore 11.07 del 20 maggio ad «Aria spa»: «Come anticipato per le vie brevi, la presente per comunicare che abbiamo deciso di trasformare il contratto di fornitura in donazione. Certi che apprezzerete la nostra decisione, vi informiamo che consideriamo conclusa la nostra fornitura».

Caso camici: spunta un messaggio whatsapp di Dini

I pm milanesi si basano su alcuni scambi di messaggi avvenuti tra i protagonisti della vicenda. Da uno si deduce che Dini, due ore prima di comunicare ad Aria che la fornitura si sarebbe trasformata in donazione, aveva già provato a venderli a un prezzo più alto da sei a nove euro.
"Ciao, abbiamo ricevuto una bella partita di tessuto per camici. Li vendiamo a 9 euro e poi ogni 1000 venduti ne posso donare 100 al Ponte del Sorriso», una casa di cura in provincia di Varese.
Alle 8,58 di mercoledì 20 maggio, Dini scrive questo messaggio alla presidente di una onlus varesina che risponde: «Ma grazie, bellissimo». Solo due ore più tardi, alle 11, 07, l'imprenditore manda una mail all'allora dg di Aria, Filippo Bongiovanni, per comunicargli che «abbiamo deciso di trasformare il contratto di fornitura del 16. 04. 2020 in donazione».