ArcelorMittal: azienda non userà reflui depuratori Taranto

I reflui dei depuratori di Taranto non potranno essere utilizzati per le necessità industriali del siderurgico ArcelorMittal, ex Ilva. L’acqua che oggi allo stabilimento giunge da altre fonti di approvvigionamento, serve al raffreddamento degli impianti e ad altre esigenze produttive. Il progetto relativo all’uso dei reflui, annunciato da anni ma mai finalizzato all’industria dell’acciaio, è stato definitivamente accantonato oggi nella riunione in Prefettura a Taranto, presieduta dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, con delega alla programmazione economica, Mario Turco. "Dopo anni di mancate interlocuzioni tra le parti interessate - dichiara Turco - siamo giunti alla consapevolezza che il progetto così concepito non può essere destinato a soddisfare le esigenze industriali”.

“ArcelorMittal ha definitivamente chiarito che le acque reflue, seppur conforme al decreto ministeriale 183/2003, non presentano caratteristiche idonee all’utilizzo siderurgico, nonostante la paventata prescrizione Aia” spiega Turco. “Il progetto in corso di ultimazione - afferma - sarà destinato al settore agricolo o ad altri usi diversi da quello siderurgico". Oggi è stata effettuata “una prima ricognizione sulla possibile riqualificazione delle cosiddette aree industriali escluse - fa sapere il sottosegretario alla presidenza del Consiglio - con i commissari straordinari Ilva in amministrazione straordinaria”. "Seguirà una interlocuzione con il ministero dell’Ambiente e con alcuni soggetti privati per favorire il loro insediamento produttivo eco-sostenibile aggiunge - Abbiamo anche affrontato la questione dello smaltimento e del possibile riutilizzo dei fanghi industriali. Per accelerare l’attività di bonifica, abbiamo deciso di avviare un processo di standardizzazione delle autorizzazioni amministrative provinciali”. “Il primo progetto pilota di smaltimento, dopo decenni di stallo - ha concluso - sarà finalmente attivato con l’impiego di circa 60 lavoratori Ilva in amministrazione straordinaria”.